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“No all’eolico selvaggio in Valmarecchia”, nasce comitato Crinali Bene Comune 

Credit:  17 Feb 2023 | chiamamicitta.it ~~

Crinali Bene Comune si sta costituendo come comitato “dedicato all’informazione, all’approfondimento e al dialogo, a partire da questioni ambientali inerenti alla crescente occupazione dei crinali da parte della industria eolica, in particolare nel territorio dell’Alta Val Marecchia e della regione storica del Montefeltro, area cosiddetta interna, di confine fra Emilia- Romagna, Toscana e Marche, il nostro territorio”.

La Strategia Nazionale Aree Interne ha identificato l’Alta Valmarecchia come uno dei territori italiani vocati a sperimentare pratiche di sviluppo fortemente connotate da un approccio partecipativo, mettendo a disposizione risorse economiche per sviluppare progetti in diversi ambiti tra cui i trasporti, il welfare, la scuola ecc. “Tutto ciò ha favorito una certa fiducia da parte di associazioni, abitanti, imprese, nell’investire in questo territorio, che da anni dichiara a livello politico la propria propensione alla cura dell’ambiente, del paesaggio, delle filiere corte, dei siti culturali”.

“Nonostante tutto questo – scrivono i promotori del comitato – i nostri monti in movimento, quelli di cui Rumiz parla nel suo libro “i Monti Naviganti”, monti il cui ecosistema unico è soggetto, per natura geologica e sismica, a dissesti e frane, sono ora minacciati da uno dei tanti progetti di impianto eolico che stanno nascendo in Italia come funghi. È denominato Badia del Vento, è voluto dall’Amministrazione Comunale di Badia Tedalda ed è in corso di autorizzazione da parte della Regione Toscana. Si tratta di un impianto – previsto all’interno di un disegno complessivo di 30 pale tra Val Marecchia e Val Tiberina – costituito da sette aereogeneratori alti 180 metri, con piede in territorio toscano ma a ridosso del confine con l’Emilia Romagna, sul crinale del Monte Loggio, a quasi 1200 m sul livello del mare”.

Chiedendo “quale visione anima le scelte politiche e quali sono le prospettive a breve, medio e lungo termine anche a fronte della crescente incertezza climatica”, rifiutado di essere bollati “come ‘nimby’ per il solo fatto di non voler pagare un prezzo troppo alto in nome di un fantomatico interesse collettivo che, in assenza di normative chiare, si riduce di fatto ad un interesse meramente privato”, attraverso Circolo di Vento “ci stiamo impegnando nell’organizzazione di azioni di sensibilizzazione e di approfondimento su questi temi, con l’obiettivo di proporre elementi di informazione scientifica e laica rivolta ai cittadini e agli amministratori, nel tentativo di colmare un vuoto, più o meno voluto, su questioni complesse che riguardano direttamente le popolazioni locali e indirettamente il paese intero”.

Lunedì 6 Febbraio si è tenuto il primo incontro, online e presso il circolo Acli di Pennabilli. Sono intervenuti:
▪ il Prof. Beniamino Murgante, Docente di Pianificazione Territoriale presso la Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata;
▪ la Dott.ssa Lucia Saganeiti, ricercatrice presso il laboratorio Centro PLANECO del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-Architettura e Ambientale dell’Università degli Studi dell’Aquila;
▪ la Dott.ssa Angela Pilogallo, ricercatrice, con dottorato in Ingegneria per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile presso la scuola di ingegneria dell’Università degli studi della Basilicata nel laboratorio di Ingegneria dei Sistemi urbani e Territoriali (LiSUT);
▪ il Dott. Giovanni Gualtieri, ricercatore dell’Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBE).

“Dagli studi sull’esperienza dell’eolico in Basilicata – riferiscono i promotori del comitato – è emerso sostanzialmente come il carattere di questi impianti realizzati in territori cosiddetti marginali, in condizioni di debolezza pianificatoria e in assenza di normative e visioni politiche adeguate, sia sovente di tipo speculativo, e come, a fronte di numerose evidenze sui danni arrecati al territorio, non siano stati di fatto raggiunti i risultati attesi, né in termini di produzione energetica né in termini di ritorni occupazionali ed economici”.

In Basilicata con le pale si producono 2652 gigawattora pari al 13% dell’eolico nazionale, che a sua volta nel 2022 ha coperto il 6,4% della richiesta elettrica italiana.

Ma come si fa con la crisi energetica? E la transizione ecologica allora da dove dovrebbe passare? “Pur con la consapevolezza – ribattono i contrari all’eolico in Valmarecchia e Montefeltro – che l’attuale crisi delle risorse ci impone una apertura verso misure alternative per l’approvvigionamento energetico e che l’energia del vento possa rappresentare una soluzione sostenibile, reputiamo urgente risvegliare una visione collettiva critica fondata su due principali cardini:
▪ il concetto di paesaggio e dei crinali come “beni comuni”, non assoggettabili agli interessi di pochi, nemmeno sotto il cappello della transizione ecologica.
▪ Il superamento della tradizionale dicotomia tra pubblico e privato, per accogliere forme innovative di partenariato con le comunità locali e promuovere efficacemente la transizione ecologica nell’interesse comune”.

Il comitato Crinali Bene Comune si sta costituendo con le seguenti finalità:
▪ contrastare la realizzazione di infrastrutture e reti tecniche, inclusi gli impianti per la produzione di energie rinnovabili, laddove localizzate in aree non idonee, ovvero in vicinanza di centri storici e beni tutelati, di aree naturali protette o siti di importanza comunitaria, e in zone fragili, a rischio idrogeologico e sismico.
▪ contrastare forme di speculazione e di consumo di suolo che sotto il cappello della transizione ecologica contribuiscono alla devastazione dei nostri patrimoni comuni, ovvero i beni culturali e paesaggistici, o che danneggiano il fragilissimo ambiente delle montagne appenniniche, incluse flora e avi-fauna;
▪ promuovere e favorire la realizzazione di impianti di energie rinnovabili di dimensioni proporzionate e in aree idonee (zone industriali o da riqualificare o già edificate con interventi compatibili con il territorio circostante), limitando il consumo di suolo e di risorse, proponendo soluzioni sociali e tecniche adeguate ai territori e a diverse scale.
▪ favorire la partecipazione delle comunità locali nei processi decisionali, nelle attività di progettazione e gestione delle reti tecniche rendendole beneficiarie dei progetti attraverso la creazione di arene di partecipazione che consentano a queste di avere pari dignità nel dialogo con istituzioni e privati.
▪ promuovere azioni di sensibilizzazione e di approfondimento, utilizzando sia strumenti della ricerca scientifica sia strumenti creativi, quali seminari e conferenze, eventi culturali, attività escursionistiche ed installazioni artistiche per rafforzare coesione e sensibilità della comunità intorno a questi temi e contribuire a diffonderli.

Per informazioni e contatti: crinalibenecomune@gmail.com FB: crinalibenecomune

Source:  17 Feb 2023 | chiamamicitta.it

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