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Eolico, comitati in rivolta: Borgotaro non ci sta 

[In Emilia-Romagna there is not enough wind for erecting wind turbines. Yet you want to “cover all the ridges of the Tuscan-Emilian Appenines with the blades”. In Camugnano, in the province of Bologna, the company Enel Green Power has submitted a project to build the largest facility in northern Italy (with towers over a hundred meters), currently under environmental impact assessment, while in Parma there is talk of an energy plan for 120 megawatts of wind power. … Faced with this prospect, the citizens’ committees are on the brink of war. It has given rise to extra-regional coordination in the “Network of resistance on the ridges”, as well as the institutional backing of the Five Star Movement and in Sel.]

In Emilia-Romagna non c’è vento a sufficienza per gli impianti eolici. Eppure si vuole “coprire di pale tutto il crinale dell’appennino tosco-emiliano”. A Camugnano, in provincia di Bologna, la società Enel Green Power ha presentato un progetto per realizzare il più grande impianto del nord Italia (con torri alte un centinaio di metri), al momento sottoposto alla valutazione d’impatto ambientale, mentre a Parma si parla di un piano energetico da 120 megawatt solo di energia eolica. Ne dà notizia un lancio dell’agenzia Dire da Bologna.

Di fronte a questa prospettiva, i comitati di cittadini sono sul piede di guerra: hanno dato vita a un coordinamento extraregionale, la “Rete della resistenza sui crinali”, e hanno trovato anche una sponda istituzionale in Regione nel Movimento 5 stelle e in Sel.

“In Emilia-Romagna non c’è vento utile- assicura Alberto Cuppini, portavoce della rete dei comitati- un impianto, per raggiungere il break even point, ha bisogno almeno di 2mila ore di vento utile all’anno. In Emilia-Romagna, il massimo che è stato raggiungo nel 2010 è di 1.379 ore, pari a un’efficienza del 15%, inferiore anche alla già bassa media nazionale di 1.500 ore utili di vento”.

Insomma, gli impianti eolici in regione “stanno in piedi solo grazie agli incentivi” e persino il piano energetico regionale “è sovradimensionato rispetto all’obiettivo di energia da fonti rinnovabili da raggiungere”. Andrea Defranceschi, capogruppo dell’M5s
in regione, ci tiene comunque ad assicurare. “Qui nessuno è contro le rinnovabili e l’eolico- spiega- ma bisogna coniugare la giusta necessità di energia verde evitando le speculazioni”.

La guerra dei comitati, in questo momento, è concentrata sull’appennino bolognese. A Camugnano, dove già è stato autorizzato un impianto di mini-eolico, “Enel Green Power ha presentato un maxi-progetto con torri da 100 metri e pale con 50 metri di diametro, a soli 600 metri dall’impianto autorizzato”.

I generatori, spiega Paola Campori del comitato di cittadini di Camugnano, andrebbero installati “in un corridoio naturale tra due zone protette: il monte vigese e i laghi di suviana e brasimone. Dovranno essere asportati 50mila metri cubi di terreno, ma tutto quel versante è a rischio frane”. Senza contare il rischio per animali protetti come lupi, aquile reali e falchi: non c’è solo il pericolo delle pale per gli uccelli, ma anche il rumore prodotto dall’impianto “danneggia gli uomini e gli animali”.

A Parma, invece, “è stato creato un consorzio tra i privati, la regione e l’università- spiega Ivano Vignali del comitato di Borgotaro- per fare di Parma una ‘wind valley”. E conclude: “La nostra Tav e’ l’eolico”.

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