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“No all’eolico al Passo di Santa Donna” 

Credit:  12/01/2012 parmadaily.it ~~

[No to wind turbines in the Santa Donna pass: The leader of the 5 Stars Movement in the Defranceschi Region: “It violates the regional plan and damages tourism.”]

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Defranceschi: “Viola il PTCP e danneggia il turismo”.

“La Regione blocchi il progetto scempio dell’eolico industriale in realizzazione sul Passo di Santa Donna, a soli 2, 5 Km dal territorio della Riserva Naturale dei Ghirardi”. Questa la dura reazione del capogruppo del Movimento 5 Stelle Andrea Defranceschi, che raccogliendo le istanze presentate da associazioni ambientaliste come il WWF ha presentato una interrogazione. Defranceschi ricorda che lo scorso 9 novembre su questo progetto è stata presentata la documentazione per richiedere l’autorizzazione al Servizio di Valutazione impatto e Promozione sostenibilità ambientale.

CONTRO LE LINEE GUIDA DEL PTCP
“L’impianto, costituito da tre generatori eolici alti ognuno 150 metri, si va a collocare in una area naturalisticamente importantissima, dove nidificano biancone, astore e falco pecchiaiolo, danneggiando irreparabilmente il paesaggio fin’ora intatto di questa porzione di Appennino, dalla lunga e celebrata storia, valico della strada che da Luni conduceva a Veleia in epoca romana, poi luogo di transito dei pellegrini medioevali sulla Via degli Abati, e teatro di scontri sanguinari durante la repressione nazifascista nella seconda guerra mondiale” spiega Defranceschi.
Le tre torri eoliche saranno collocate esattamente sulla linea del crinale, identificato dal PTCP come “crinale principale”. Un progetto che non sta in piedi dal momento che come ricorda Defranceschi “le Linee Guida recentemente approvate nel luglio 2010 vietano espressamente l’istallazione di pale eoliche sui crinali individuati dai PTCP”.

DANNI ECONOMICI
“Queste ricchezze naturali, legate al paesaggio incontaminato, rappresentano per gli operatori turistici locali e l’economia della Valle l’unica fonte di reddito certo e la realizzazione di questo impianto rappresenta una seria minaccia alle loro attività” ricorda il consigliere del Movimento 5 Stelle. Ma non è tutto. “Verrò alterato per sempre l’orizzonte visivo , si ridurrà anche il valore immobiliare di edifici e terreni di tutta l’area tra Compiano, Borgotaro e Bardi, come verificato in tanti luoghi d’Italia dove l’interesse turistico è stato cancellato dalla costruzione di impianti industriali di elettrogenerazione eolica”. “Inotre si cancellerà un luogo della memoria” aggiunge.

RISCHI PER L’AVIFAUNA
Colpite saranno anche le specie animali. Rischiano infatti di essere allontanate “specie animali di rilevante interesse comunitario che nidificano nell’area, come biancone, astore, falco pecchiaiolo, averla piccola, tottavilla, succiacapre, come verificatosi anche nel vicino impianto del passo della Cappelletta”. “Tramite collisione diretta rischieranno di essere uccisi esemplari dei grandi rapaci veleggiatori che frequentano l’area per nidificare, nonché pipistrelli durante la notte”. “Il progetto presentato è in evidente contrasto con le Linee Guida Regionali in materia di tutela dei crinali significativi e andava quindi rigettato icto oculi” conclude Defranceschi.

STOP AL PROGETTO
“Per quali ragioni il progetto non sia stato rigettato in seguito alla presentazione? Perché si è invece proceduto all’avvio del procedimento, che genererà invece inutili costi in termini di denaro e impegno di personale dipendente, dato che dovrà essere inevitabilmente bocciato in sede di VIA, stanti i vincoli escludenti presenti nell’area?” interroga Defranceschi che chiede di “bloccare ogni autorizzazione a tale progetto”.

CONTRO PROPOSTA
“Anziché puntare sulla produzione energetica tramite mega impianti industriali in zone paesaggistiche e di pregio dei nostri Appennini, è necessario promuovere l’utilizzo diffuso del microeolico e per quanto riguarda i grandi impianti industriali eolici utilizzare le piattaforme estrattive in dismissione al largo dell’ Adriatico” spieg Defranceschi.
Un tema già proposto in data 18 ottobre 2010, “con una precedente interrogazione presentata dal sottoscritto insieme al collega Giovanni Favia, dove si citava uno studio della Regione Emilia Romagna del 2003 relativo al Progetto di Gestione Integrata Zone Costiere (GIZC) che stimava in 240 MW la produzione energetica eolica off-shore sfruttando tali strutture già esistenti”.

Source:  12/01/2012 parmadaily.it

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