November 27, 2022
Italy

Ecco le pale “spagnole” sui monti di Nuoro

27 novembre 2022 | Mauro Pili | unionesarda.it

Nelle fantasiose giustificazioni dell’invasione anche quella di un’attrazione turistica legata alle energie rinnovabili.

Alla fine gli armadi blindati del ministero dell’ex Transizione Ecologica hanno vuotato il sacco. Cinquecentoquaranta (540) fascicoli progettuali, una montagna di carta per costruire una foresta di vento. Tutto alle porte dell’Atene di Sardegna, quella Nuoro di Grazia Deledda, decantata nei romanzi per paesaggi, vento furioso e foreste selvagge. Non fai nemmeno in tempo ad imbatterti sui tornanti per accedere al crocevia di Prato Sardo che il proscenio è già quello prescelto, la porta d’ingresso della capitale della Barbagia.

Assalto confermato

L’assalto spagnolo è confermato. Dall’anticipazione dell’Unione Sarda del 30 settembre scorso al deposito ufficiale del progetto sono trascorsi nemmeno due mesi, tanto è servito per avviare ufficialmente la più veloce delle procedure per l’approvazione del Provvedimento Unico in materia Ambientale previsto dal Pniec – Pnrr. Oggetto del progetto, definitivo, nemmeno a dirlo: «Realizzazione parco eolico Intermontes nel territorio del Comune di Nuoro». Il nuovo, l’ennesimo, assalto alle vette del nuorese, si consuma il 22 novembre scorso quando il ministero fa scattare l’operazione pareri, quelli che si attendono dalle amministrazioni interessate.

8 km di pale

Un fronte di 8 chilometri di pale eoliche mastodontiche da sistemare a corona su un altopiano di graniti levigati dal vento che si staglia sull’orizzonte, a ridosso della zona artigianale e commerciale di Prato Sardo. Tredici pale, ognuna alta 180 metri, come grattacieli d’acciaio di sessanta piani, inerpicati sino a 800 metri di quota, finendo per grattugiare il cielo quasi a mille metri d’altezza. Da “Sa ‘e Balia”, sulla strada provinciale Nuoro-Benetutti, sino a “Janna ‘e sa Chida” e lungo la “comunale” di “Intramontes” si dispiega il primo durissimo attacco al paesaggio d’ingresso verso il Gennargentu. Un punto prescelto che non ha possibilità di essere mitigato. Un pugno in faccia dal Redentore dell’Ortobene, una sventagliata nitida verso il Corrasi di Oliena, un intrepido agguato ai beni ambientali e archeologici segnati da carte puntuali che ne indicano coordinate e punti d’accesso. Niente da fare, ciò che per le cartografie paesaggistiche è patrimonio di inestimabile valore per gli spagnoli di Edp Renewables è degrado e valore insignificante, sia economico che ambientale. Il progetto Intermontes ha un’unica connotazione: far soldi, e molti, con il vento di Sardegna e, soprattutto, con gli incentivi milionari che l’Italia dispensa a piene mani a favore di lobby e affari di vento. Il progetto spagnolo nelle nostre mani è quanto di più ardito ci possa essere sul versante affaristico-eolico con affermazioni che, se non fossero impresse in documenti ufficiali, potrebbero tranquillamente appartenere ad un racconto fiabesco. A scandire il motivo che ha spinto EDP Renewables, il quarto gruppo al mondo in tema di energia eolica, con sede a Madrid, a sbarcare nel suolo nuorese c’è un rosario di ragioni, declinate come un mantra in tutte le carte progettuali. La filosofia di fondo è scandita a chiare lettere: avete un territorio povero e degradato, ci pensiamo noi a farlo diventare ricco e “appetitoso”. La formula tutta protesa a convincere i sardi e i nuoresi è quella da imbonitori a buon mercato. Le argomentazioni sono tanto fantasiose quanto surreali. A partire dalla prima ragione adottata per schiaffare sul fronte nuorese quei 13 grattacieli per produrre 78 megawatt potenziali di energia elettrica.

Convenienze fantasiose

La sequenza delle “convenienze” che ne avrebbero i sardi, enunciate senza pudore, sono tali da far drizzare i capelli ad un calvo. Si va dalla fila dei turisti giunti a Nuoro per ammirare le pale eoliche spagnole all’assunzione per trent’anni della bellezza di ben 7 dipendenti. Certo nella contabilità delle assunzioni finiscono anche “ben” quattro camerieri necessari a fronteggiare, per due anni, il servizio di ristorazione per lavoratori e tecnici impegnati nella realizzazione della centrale eolica.

Turismo eolico

Nella relazione che accompagna il progetto c’è persino un capitolo dal titolo trascendentale: «Effetti sul turismo e sulle attività ricreative». Il contenuto è in poche frasi ad effetto: «Altra possibilità occupazionale per l’area in cui è realizzato il parco eolico è rappresentata dall’aspetto turistico-culturale indotto dalla presenza del parco. Infatti, gli impianti che usano fonti rinnovabili costituiscono una vera e propria attrazione turistica in quanto forniscono una dimostrazione “dal vero” dello sfruttamento dell’energia pulita. In definitiva, l’inserimento di impianti eolici all’interno di percorsi turistico – culturali contribuisce a vivacizzare l’economia locale». Infine i rilievi spagnoli sul campo: per loro quel territorio «è scarsamente cespugliato con affioramenti rocciosi e rare matrici forestali». Nel racconto iberico anche «i pascoli sono scarsamente arborati». Per “fortuna” a tracciare il domani sulle pendici del Gennargentu sono arrivati loro: 110 milioni di euro per pale eoliche e cavi elettrici. Il futuro spagnolo in terra di Barbagia è già una promessa: voi sardi mettete il paesaggio e il vento, noi spagnoli ci prendiamo i soldi e gli incentivi di Stato. Muchas gracias, Cerdeña.


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